Descrizione sintetica
L’ingresso di una nuova famiglia all’interno di un’abitazione esistente ha comportato alcuni adeguamenti alle nuove esigenze, abbinate all’ottimizzazione delle dotazioni di cui la casa era già provvista. L’edificio presenta una conformazione non completamente modificabile, per via della posizione di confine con il complesso monumentale della Certosa di Ferrara, su cui affaccia con parte dello storico muro di cinta, e con il fronte ben conservato di una chiesa poi riconvertita, per la quale si pensa alla probabile finalità storica del luogo di culto riservato alle donne, il cui accesso al complesso religioso della Certosa è stato in una fase impedito (Rita Fabbri, Elisabetta Lopresti, Giuliana Marcolini, La Certosa di San Cristoforo, Manfredi edizioni, 2018).
Il progetto ha ridefinito gli interni, con ruolo chiave giocato dalla scala centrale: essa è al contempo parte funzionale di collegamento fra i piani, ma anche collegamento fra due diversi spazi conviviali dell’abitazione posti ai due differenti livelli; è sfondo della visuale dal giardino privato all’abitazione, è scrivania e filtro per la zona notte. Le geometrie dei metalli di parapetto si estendono coerentemente alla terrazza di piano primo.
Il progetto d’interni si completa con la rivisitazione dell’illuminazione interna, che in diversi modi dialoga con gli orizzontamenti e le falde del tetto, fortemente caratterizzati dalla presenza di travi a vista di differente fattura per materiale, colore, dimensioni ed età. In taluni casi i corpi lampada si sono nascosti nel disegno delle orditure strutturali, in altri si sono invece mostrati, fino a prevalere e anteporsi in alcuni punti strategici.
Alcuni arredi sono stati progettati e realizzati a misura.